Il Parco Ranghiasci

  • apertura estiva - 1° apr - 31 ott: 8,00-20,00;
  • apertura invernale - 1° nov - 31 mar: 9,00-17,00
  • Parco Ranghiasci

    Le note qui raccolte sono state stese sulla base dei documenti rinvenuti nella sezione dell'Archivio di Stato di Gubbio, negli Archivi di Stato di Perugia e Pesaro, nell'Archivio del Tribunale di Gubbio, nell'Ufficio delle Imposte dirette di Gubbio e con i documenti della famiglia Ranghiasci.

  • I Percorsi

    Percorrendo il parco dall'ingresso principale, che si affaccia sull'attuale via Gabrielli, il grande giardino, dopo i lavori di recupero si apre al visitatore mostrando le sue iniziali fattezze.

  • La Torre Medioevale

    Si giunge poi, in un luogo nascosto da alberi, alla torre medioevale disposta tra due viali.

  • La Nascita

    E' documentato che il marchese Ranghiasci, ideatore del Parco, comprò tutta una serie di piccoli appezzamenti adibiti ad orti, mentre l'esistenza del vecchio convento di S. Luca, a cui apparteneva la Torre che è l'unico elemento rimasto dopo che sono stati abbattuti gli edifici annessi, fa pensare che tra gli acquisti fosse presente anche un'area boschiva ex monasteriale, che quasi sicuramente venne del tutto o in parte sfruttata nella risistemazione ottocentesca.

  • Il Giardino del Tempietto

    Siamo giunti ormai davanti alla "scuderia" dove il viale si allarga a circoscrivere un'ansa, nel cui spazio interno era strutturato il giardino del Tempietto su cui si affaccia appunto questa costruzione neoclassica.

  • La Rampa degli Ippocastani

    Il viale, arcuando per una trentina di metri raggiunge uno spiazzo che si caratterizza per una colonna romana di granito, collocata su un basamento che la slancia e ne evidenzia la snellezza, posta giusto in asse con la torre di S. Luca. Qui si trova uno dei più maestosi lecci del complesso, che ha una circonferenza di circa 250 cm., e da solo sembra opporsi al peso della montagna che incombe.

  • I Documenti

    Dai documenti esaminati a tutt'oggi si è potuto stabilire due cose certissime: la prima, che gli acquisti riguardanti l'area occupata del parco furono fatti da Ranghiasci dopo il matrimonio con Matilde Hobhouse; la seconda, che il giardino prende esempio da modelli inglesi e neoclassici, con struggenti e pittoresche vedute.

  • Il Tempietto

    In asse è il tempietto posto in una zona sopraelevata. All'edificio si accede attraverso dei gradini definiti da due blocchi di pietra locale, mentre ai lati si notano delle curve di contenimento sempre in pietra.

  • Il Patrimonio verde del Parco

    Il Parco Ranghiasci, situato alle falde sud-occidentali del Monte Ingino, svolge funzione di raccordo tra l'ambiente agrario e naturale che è al di là delle mura e l'abitato. Incuneato nel tessuto urbanistico della città, costituisce un'intersezione significativa tra lo spazio verde naturale delle vicine montagne, il centro storico e il verde urbano.

  • Il Verde del Parco

    Il parco offre subito ottime credenziali forestali mettendo in bella mostra due splendidi tigli situati all'entrata...

  • La Rampa dei Tigli

    La successiva rampa dei Tigli si apre a valle con un bel filare di tigli. Questo impianto molto compatto soprattutto all'inizio, ha prodotto la prima delle quinte scenografiche del parco, molto significativa al momento della fioritura per la ben nota aromaticità dei fiori. Le piante del filare sono quasi tutte centenarie.

  • La Rampa dei Lecci

    Accompagnato da alcuni grandi ippocastani, tigli e da un gruppetto di aceri campestri, il viale gira intorno e rasentando il Tempietto, porta alla rampa dei Lecci, che in un centinaio di metri conduce al Villino, cuore pulsante di tutto il Parco.

  • Bosco Sacro

    All'interno del Parco fu costruito un altro viale alberato che lo tagliava trasversalmente per collegare a piedi Palazzo Ranghiasci al Villino. In omaggio al bosco monastico di S. Luca lo abbiamo chiamato viale del Bosco sacro. Serviva anche a raggiungere il Tempietto e l'antistante giardino attraverso un sentiero che si immette nel punto che ospita i lecci più antichi, alcuni bicentenari, sotto i quali si gode una bella vista del Palazzo dei Consoli.