Il Patrimonio verde del Parco

Il Parco Ranghiasci, situato alle falde sud-occidentali del Monte Ingino, svolge funzione di raccordo tra l'ambiente agrario e naturale che è al di là delle mura e l'abitato. Incuneato nel tessuto urbanistico della città, costituisce un'intersezione significativa tra lo spazio verde naturale delle vicine montagne, il centro storico e il verde urbano.

La via degli Orti, oggi Via della Cattedrale, rappresenta la memoria storica della stretta connessione che l'area ha avuto in passato con l'abitato, quando consentiva la sua diretta ed immediata fruibilità con la destinazione primitiva a cereali, ortaggi, olivo e vite.


D'altronde la sistemazione a parco della zona ha finito per mantenere vitale un asse con funzione di collegamento tra la zona "nobile" della città rappresentata dal Duomo e dal Palazzo Ducale e il periferico quartiere di San Martino, rappresentando inoltre un intervento di sistemazione forestale, che ha consentito, almeno in buona parte, la staticità di un'area agricola "intramuraria" esposta a forte dissesto.


La morfologia attuale del Parco è infatti il risultato di una serie di interventi che hanno inciso nel tempo apportando all'area sostanziali modifiche non solo d'uso ma anche di struttura forestale.


La componente vegetale primitiva e autoctona del Parco è difficile da identificare oggi nell'aspetto originario per motivi di sovrapposizione e sostituzione cui è stata sottoposta, anche se può essere estrapolata attraverso l'esame floristico delle zone immediatamente circostanti.


L'area di Gubbio, collocata ai piedi della piccola dorsale calcarea eugubina, e quindi anche il Parco, rientrano in un ambito fitoclimatico submediterraneo che ècaratterizzato da un nutrito gruppo di specie termofile quali frassino, pungitopo, asparago, ciliegio canino, comprese anche quelle sempreverdi quali alaterno, fillirea, ligustro, viburno e, prima di tutte, il leccio.