Il Tempietto

In asse è il tempietto posto in una zona sopraelevata. All'edificio si accede attraverso dei gradini definiti da due blocchi di pietra locale, mentre ai lati si notano delle curve di contenimento sempre in pietra.

Nel centro del timpano del tempio è posto lo stemma dei Ranghiasci, inquadrato con quello dei Brancaleoni, circoscritto dal motto: "Virtus omnia vincit".


L'emblema dimostra come questa architettura sia stata costruita prima dell'investitura di Francesco quale marchese.


Il piccolo edificio, caratterizzato da colonne corinzie, ripropone modelli consueti. Basti pensare a quello del Parco di Monza su disegno del Piermarini o a quello di Villa Pamphili a Roma nonché, per arrivare a esempi più immediatamente e cronologicamente vicini alla costruzione del parco, a quello del Giardino Puccini a Scornio o del Giardino Corsi Scarselli di Firenze.


Tuttavia non va dimenticato che Francesco Ranghiasci si interessò all'archeologia e che prosegui i lavori di scavo, già iniziati dal padre, del Teatro Romano di Gubbio, e che nella sua collezione possedeva numerosi pezzi antichi di un certo interesse tanto che alcuni ne furono acquistati all'asta, nel 1882, dal Ministero della Pubblica Istruzione.


Il tempietto è posto su un piccolo rilievo da cui domina le grandi e spaziose aiuole bordate di bosso. La scelta del luogo mostra come Ranghiasci fosse attento a collocare nei siti adatti le emergenze architettoniche.


Ai tempietti spetta una posizione privilegiata nel contesto dei parchi e cosi è anche in questo caso, dove la testimonianza del potere dinastico della famiglia diviene esplicita attraverso lo stemma della casata disposto all'interno del timpano.


La struttura del tempietto potrebbe essere stata ricavata da sacelli noti all'archeologo Ranghiasci, del quale rimangono inediti ancora molti scritti nell'archivio custodito dagli attuali eredi.