La Nascita

E' documentato che il marchese Ranghiasci, ideatore del Parco, comprò tutta una serie di piccoli appezzamenti adibiti ad orti, mentre l'esistenza del vecchio convento di S. Luca, a cui apparteneva la Torre che è l'unico elemento rimasto dopo che sono stati abbattuti gli edifici annessi, fa pensare che tra gli acquisti fosse presente anche un'area boschiva ex monasteriale, che quasi sicuramente venne del tutto o in parte sfruttata nella risistemazione ottocentesca.

L'aggiunta di elementi estetici e architettonici (Villino, Scuderia, Tempietto, colonne, nicchie) nobilitò l'arredo verde nel suo insieme. Ne venne fuori una antesignana struttura di quella che oggi definiamo parco - campagna, anche se non completamente impostata sui criteri naturalistici oggi dominanti.


La viabilità fu articolata su livelli altimetrici identificabili nelle cinque rampe carrozzabili dei viali che vanno dall'ingresso alla Torre e la oltrepassano. A queste principali va aggiunto un viale pedonale che raccorda il Villino all'ingresso posteriore di Palazzo Ranghiasci. L'assestamento per scopi carrozzabili ebbe come conseguenza la sistemazione anche ambientale, che come risultato portò alla creazione di cinque livelli paesaggistici per buona parte sovrapponibili alle unità costruttive dei viali che venivano attuate man mano che l'impianto procedeva. Per comodità di illustrazione li chiameremo rampe, identificandole con una specie rappresentativa di quel tratto. Solo nel 1857 con la deviazione di via della Ripa e la costruzione del ponte sul torrente Camignano fu realizzata totalmente la filosofia costruttiva dell'insieme che fissava il senso d'entrata da via Gabrielli (quartiere S. Martino). Lo stesso senso che noi seguiremo nella descrizione delle unità forestali presenti.